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Comunicato n° 3 - La sera del 29 marzo, poco dopo le 19:30, contemporaneamente  quattro telefonate avvertono le redazioni del "Secolo XIX" a Genova, del "Messaggero"  a Roma, della "Gazzetta de Popolo" a Torino e del "Corriere della Sera" a Milano sulla  presenza di un terzo comunicato delle Br. I comunicati sono contenuti in buste  arancioni di tipo commerciale. Insieme al comunicato è presente la fotocopia di  una lettera autografa di Aldo Moro indirizzata al Ministro degli Interni  Francesco Cossiga.  
A Roma il comunicato  viene fatto trovare nelle vicinanze di Piazza del Gesù sede della Democrazia  Cristiana

 
Comunicato n° 3 
 
 
BRIGATE ROSSE
             
                L'interrogatorio, sui cui contenuti abbiamo già detto, prosegue  con la completa collaborazione del prigioniero. Le risposte che fornisce  chiariscono sempre più le linee controrivoluzionarie che le centrali  imperialiste stanno attuando; delineano con chiarezza i contorni e il corpo  del "nuovo" regime che, nella ristrutturazione dello Stato Imperialista  delle Multinazionali, si sta instaurando nel nostro paese e che ha come  perno la Democrazia Cristiana. 
                Proprio sul ruolo che le centrali imperialiste  hanno assegnato alla DC, sulle strutture e gli uomini che gestiscono il  progetto controrivoluzionario, sulla loro interdipendenza e subordinazione  agli organismi imperialisti internazionali, sui finanziamenti occulti,  sui piani economici politici militari da attuare in Italia, il prigioniero  Aldo Moro ha cominciato a fornire le sue "illuminanti" risposte. Le informazioni  che abbiamo così modo di recepire, una volta verificate, verranno  rese note al movimento rivoluzionario che saprà farne buon uso nel  prosieguo del processo al regime che con l'iniziativa delle forze combattenti  si è aperto in tutto il paese. Perché; proprio di questo si  tratta.
                 La cattura ed il processo ad Aldo Moro non è che un momento,  importante e chiarificatore, della Guerra di Classe Rivoluzionaria che  le forze comuniste armate hanno assunto come linea per la costruzione di  una società comunista, e che indica come obbiettivo primario l'attacco  allo stato imperialista e la liquidazione dell'immondo e corrotto regime  democristiano. Aldo Moro, che oggi deve rispondere davanti ad un Tribunale  del Popolo, è perfettamente consapevole di essere il più  alto gerarca di questo regime, di essere il responsabile al più  alto livello delle politiche antiproletarie che l'egemonia imperialista  ha imposto nel nostro paese, della repressione delle forze produttive,  delle condizioni di sfruttamento dei lavoratori, dell'emarginazione e miseria  di intere fasce di proletariato, della disoccupazione, della controrivoluzione  armata scatenata dalla DC, e sa che su tutto questo il proletariato non  ha dubbi, che si è chiarito le idee guardando lui e il suo partito  nei trent'anni in cui è al potere, e che il Tribunale del Popolo  saprà tenerlo in debito conto.
                 Ma Moro è anche consapevole  di non essere il solo, di essere, appunto, il più alto esponente  del regime, chiama quindi gli altri gerarchi a dividere con lui le responsabilità,  e rivolge agli stessi un appello che suona come una esplicita chiamata  di "correità". Ha chiesto di scrivere una lettera segreta (le manovre  occulte sono la normalità per la mafia democristiana) al governo  ed in particolare al capo degli sbirri Cossiga. Gli è stato concesso,  ma siccome niente deve essere nascosto al popolo ed è questo il  nostro costume, la rendiamo pubblica. 
                Compagni, in questa fase storica,  a questo punto della crisi la pratica della violenza rivoluzionaria è  l'unica politica che abbia la possibilità reale di affrontare e  risolvere la contraddizione antagonista che oppone proletariato metropolitano  e borghesia imperialista. In questa fase la lotta di classe assume per  iniziativa delle Avanguardie rivoluzionarie la forma della Guerra. Proprio  questo impedisce al nemico di "normalizzare la situazione" e cioè  di riportare una vittoria tattica sul movimento di lotta degli ultimi dieci  anni, e sui bisogni, le aspettative, le speranze che essa ha generato.
                 Certo siamo noi a volere la guerra!  Siamo anche consapevoli del fatto che la pratica della violenza rivoluzionaria  spinge il nemico ad affrontarla, lo costringe a muoversi, a vivere sul  terreno della guerra; anzi ci proponiamo di fare emergere, di stanare la  controrivoluzione imperialista dalle pieghe della società "democratica"  dove in tempi migliori se ne stava comodamente nascosta. Ma, detto questo,  è necessario fare chiarezza su un punto: non siamo noi a creare  la "controrivoluzione". Essa è la forma stessa che assume l'Imperialismo  nel suo divenire: non è un "aspetto ma la sostanza", l'imperialismo  è controrivoluzione. Fare emergere attraverso la pratica della Guerriglia  questa fondamentale verità è il presupposto necessario della  Guerra di Classe nelle metropoli. 
                In questi ultimi anni abbiamo visto snodarsi  i piani della controrivoluzione; abbiamo visto le maggiori città  italiane poste in stato d'assedio, lo scatenarsi dei "corpi speciali" e  degli apparati militari del regime contro il proletariato e la sua avanguardia;  abbiamo visto le leggi speciali, i Tribunali Speciali, i campi di concentramento;  abbiamo visto l'attacco feroce alla classe operaia e alle sue condizioni  di vita, l'opera di sabotaggio e repressione delle lotte dei berlingueriani  e l'infame compito che si sono assunti per la delazione, lo spionaggio,  la schedatura poliziesca nelle fabbriche. Ma abbiamo anche visto dispiegarsi  il Movimento di Resistenza Proletario Offensivo. 
                L'iniziativa proletaria non si è fermata, anzi si è estesa  e ha assunto i contenuti e le forme della Guerra di Classe Rivoluzionaria.  L'interesse del proletariato, l'antagonismo degli sfruttati verso il loro  oppressore, i bisogni e la volontà di lottare per il Comunismo,  vivono oggi nella capacità dimostrata dal MPRO di sferrare l'attacco  armato contro il nemico imperialista. Questo bisogna fare oggi. Estendere  l'iniziativa armata contro i centri economici-politici-militari della controrivoluzione,  concentrare l'attacco sulle strutture e gli uomini che ne sono i fondamentali  portatori, disarticolare a tutti i livelli i piani delle multinazionali  imperialiste. 
                E' fondamentale pure realizzare quei salti politici e organizzativi  che la guerra di classe impone, costruire la direzione del MPRO, assumersi  la responsabilità di guidarlo, costruire in sostanza il Partito  Comunista Combattente. Solo cosi è possibile avviarsi verso la vittoria  strategica del proletariato. 
                La violenza e il terrorismo dello Stato Imperialista  delle Multinazionali, che si abbattono quotidianamente sul proletariato  dimostrano che la belva imperialista possiede sì artigli d'acciaio,  ma dicono anche che è possibile, colpirla a morte, che è  possibile annientarla strategicamente. Come pure non incantano nessuno  gli isterismi piagnucolosi di chi, intrappolato nella visione legalista  e piccolo borghese della lotta di classe, si è già arreso  ed ha accettato la sconfitta finendo inesorabilmente ad essere grottesco  reggicoda di ogni manovra reazionaria.  Il MPRO è ben altra cosa, e il dispiegarsi della Guerra di Classe  Rivoluzionaria lo sta dimostrando. 
                Portare l'attacco allo Stato Imperialista  delle Multinazionali. Estendere e intensificare l'iniziativa armata contro  i centri e gli uomini della controrivoluzione imperialista.  Unificare il Movimento Rivoluzionario costruendo il Partito Comunista  Combattente.
                
                
                  
              Comunicato n°3   29/03/1978
               
              Per il Comunismo
              BRIGATE ROSSE